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Re-imagine marketing: i 10 temi che accompagneranno il lavoro dei CMO nei prossimi anni
Tonia Calvio, Regional Marketing Director, SAS
Mi capita spesso di interagire e confrontarmi con CMO e professionisti di grandi aziende sui temi caldi della trasformazione digitale del marketing. Momenti di condivisione e di ispirazione che confermano quanto la capacità di raccogliere, analizzare e ottimizzare i dati sia fondamentale per tutti coloro che lavorano nel marketing e vogliono creare esperienze e contenuti memorabili.
Ma come possiamo utilizzare i dati a nostra disposizione per migliorare e ottimizzare le attività di marketing? Abbiamo provato a rispondere a questa domanda insieme a Gianluca Diegoli, Strategy Advisor e Professore IULM, raccogliendo le linee guida di quello che ci possiamo aspettare per il futuro e provando ad esporre i temi che i responsabili di marketing incontrano nel loro lavoro quotidiano.
Abbiamo individuato i 10 temi che accompagneranno il lavoro dei CMO nei prossimi anni e che sintetizzo di seguito. La versione completa è scaricabile al seguente link (ebook).
L’esperienza utente, la centralità del cliente e la crescente considerazione in azienda del ruolo guida del marketing sono collegate e passano attraverso il dato, la misurazione e la personalizzazione. Tonia Calvio Regional Marketing Director SAS
10 cose da conoscere per una strategia di marketing data-driven
Dati di prima parte
I first data party sono informazioni sui clienti raccolte direttamente tramite i diversi touchpoint digitali e fisici posseduti dall’azienda. Sono economici e affidabili, vengono raccolti nel totale rispetto delle normative sulla privacy e sono concessi volontariamente in cambio del miglioramento dell’esperienza di acquisto e di altri vantaggi tangibili. Una volta raccolti i first party data, per le aziende è necessario riunirli tutti in un unico strumento, in modo tale da poter creare una vista a 360° del cliente. Un punto importante di attenzione resta quello della qualità e rilevanza dei dati, nonché della loro usabilità per il marketing.
Dati di terza parte
Sono i dati raccolti da piattaforme esterne, non riconducibili a un singolo individuo ma utilizzate per creare le audience per l’advertising online. I dati di prima parte, integrati con quelli di terza parte, ci permettono quindi di ottenere una profilazione completa che tenga conto delle informazioni precise che raccogliamo direttamente (di prima parte) insieme ai comportamenti raccolti sul web (terza parte).
Organizzare il dato per costruire una strategia di marketing data-driven efficace
Una volta definiti i canali tramite cui raccogliere i dati, è importante saperli organizzare in un unico contenitore, in modo tale che siano completi di ogni interazione con il cliente e facilmente accessibili e azionabili per tutti i professionisti che ci lavorano. Costruire una vista a tutto tondo del cliente ci aiuta per avere un’unica dashboard comprensiva di tutte le interazioni con il cliente al fine di capire il journey, individuare personas e trovare pattern in maniera data driven.
Garbage in, garbage out
Se i dati di partenza non sono di qualità, non lo saranno nemmeno le azioni successive basate su quei dati. Le fasi di acquisizione, elaborazione e visualizzazione del dato sono fondamentali per ottenere dati oggettivi, puliti e affidabili. Se i dati vengono acquisiti in formato non strutturato, è necessario poi affidarsi a uno strumento in grado di automatizzare il processo di aggregazione dei dati e di combinazione delle fonti. Avere poi a disposizione report aggiornati in tempo reale e ottimizzati per l’obiettivo desiderato rende i dati accessibili e azionabili.
Non tutto ciò che è importante è misurabile (facilmente)
Non tutti gli obiettivi di marketing sono misurabili facilmente tramite i consueti KPI digitali. Per avere una visualizzazione completa del comportamento dei clienti in risposta a tutte le azioni di engagement svolte serve definire dei parametri che permettano di monitorarne l’andamento nel tempo e integrare dati qualitativi con quelli quantitativi. Ad esempio, per misurare la brand awareness, un primo passo potrebbe essere raccogliere dati dai web analytics e misurare il traffico organico dai motori di ricerca. Misurare poi il comportamento di chi arriva sul nostro sito, mettendolo in relazione con i dati di profilo nel nostro CRM. L’AI qui ci viene in aiuto per ottenere proiezioni predittive, che integrate con dati qualitativi come il sentiment (recensioni, sondaggi) ci permette di rispondere al quesito di partenza: come varia l’awareness in base alle mie azioni di marketing e advertising?
Il ruolo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie predittive
L’AI consente ai sistemi di imparare dall’esperienza, adattarsi a nuovi input ed eseguire compiti in autonomia, e può portare importanti benefici anche alle nostre strategie di marketing: ci permette di definire il pricing ottimale, rendere il customer journey più incisivo, fare una valutazione puntuale della propensione di un cliente nell’accettare un prodotto o servizio complementare. Se da una parte l’AI diventa un aiuto fondamentale, dall’altra rimane sempre centrale il ruolo del marketer, incaricato di decidere in quali fasi sia utile ricorrere a questi strumenti.
Il consumatore in real-time
Per costruire una customer experience di successo, occorre adeguare la velocità delle azioni di marketing alla velocità di pensiero del consumatore. Non parliamo più di momenti, bensì di micro-momenti chiave da indentificare prontamente, per attivare la strategia necessaria a intercettare possibili opportunità di conversione e far evolvere il customer journey in modo dinamico e sempre più personalizzato.
Targeting 2.0
Per creare contenuti e strategie personalizzati è necessario integrare ai processi di segmentazione tradizionali le informazioni provenienti dai touchpoint digitali. Queste sono per loro natura personalizzate e costantemente aggiornate e consentono di individuare, con un minimo margine di errore, bisogni e preferenze attuali dei clienti. È possibile, inoltre, affiancare strumenti analitici di machine learning, per arricchire la segmentazione a priori con una cluster analysis. Questo tipo di analisi permette di individuare le caratteristiche che distinguono un gruppo di individui tra loro simili dagli altri consumatori presenti negli altri segmenti.
Come orchestrare i messaggi lungo il customer journey?
L’omnicanalità del consumatore di oggi rende necessario ottimizzare e trovare un equilibrio tra messaggi e canali utilizzati, per costruire customer journey efficaci. I marketer devono avere a disposizione tutti i dati e i canali da un’unica piattaforma e definire rilevanza, coerenza e frequenza dei messaggi in base alle journey personalizzate di ogni cliente.
Il sacro Graal della personalizzazione
Crescita della customer base, aumento del valore del cliente, incremento dell’efficienza delle attività di marketing. Questi sono solo alcuni dei benefici che la personalizzazione può portare alle organizzazioni. Ma quali sono gli step per creare una strategia di personalizzazione vincente? Tracciare i dati delle interazioni dei clienti su tutti i touchpoint, trovare il contenuto migliore attraverso un algoritmo di testing, integrare algoritmi di raccomandazione che suggeriscono ai clienti consigli personalizzati nel momento in cui sono più attenti e disposti alla conversione.
Mi auguro che questa breve sintesi, sia stata utile e vi invito a scaricare l’ebook per una panoramica più dettagliata
20 maggio 2023
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