La sessione sulla digital trasformation è stata anche l’occasione per ascoltare, studiare e analizzare i progetti di alcune realtà che stanno sposando in pieno il paradigma data-driven. È il caso della “knowledge platform” dell’ISPRA, la piattaforma lanciata nel 2017 dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che ambisce a diventare il punto di riferimento della conoscenza ambientale per istituzioni, enti e altre realtà, raccontata da Carlo Cipolloni, Responsabile Tecnico del sistema informativo nazionale ambientale dell’Ispra. Ma è anche il caso del progetto Darwin raccontato da Giovanni Chiodi, Responsabile analisi domanda e sviluppo mercati di Trenord, che punta a creare un vero e proprio ecosistema di servizio della mobilità basato sull’analisi profonda dei flussi di spostamento e sulla conoscenza degli utenti finali. O ancora del progetto VIC illustrato da Gianluca Stefanini, Responsabile di prodotto per i settori Mobility, Energy, Smart Cities & Videoanalysis di Vodafone Business Italia, che ha messo in luce il ruolo di player abilitante della trasformazione digitale delle compagnie di telecomunicazioni, anche in virtù del loro patrimonio di informativo, e i possibili sconfinamenti positivi dei modelli data-driven in vari settori.
Visioni, esperienze e progetti animati da un minimo comune denominatore, che in fondo è anche ciò che differenzia la cosiddetta “buona innovazione”. Le trasformazioni digitali, hanno sottolineato tutti gli ospiti della sessione, avranno davvero senso e avranno un futuro se consentiranno di rendere le aziende più solidi, rapide ed efficaci, ma soprattutto se questi benefici saranno percepiti da tutti noi nella nostra quotidianità. Sia essa in aereo, in autobus, in banca, al parco o a casa.
Da sx a dx, Andrea Frollà, Giovanni Chiodi, Carlo Cipolloni e Gianluca Stefanini