“Tutto questo impianto testimonia l’attenzione che le istituzioni stanno ponendo sul tema della digital literacy, soprattutto indirizzando i pensieri ai giovani come destinatari delle nuove competenze e ai contesti di lavoro, uno dei frangenti in cui esercitarle. [...] è evidente che il mero utilizzo degli strumenti digitali e delle loro principali applicazioni non implica affatto la capacità di possedere, di esercitare e di accrescere le competenze digitali.
Anzi, a ben vedere la crescente diffusione dei dispositivi smart e la loro facilità di utilizzo e accessibilità rende sempre più superficiale la consapevolezza della complessità della tecnologia, delle competenze necessarie e delle implicazioni trasversali anche patologiche. Se volessimo continuare nella metafora marina, sarebbe come se imparassimo a nuotare sempre meglio, anche inventando nuovi stili, ma senza avere la percezione del dove stiamo nuotando e della profondità dello specchio d’acqua in cui nuotiamo.”
(Tratto da Naufraghi digitali)