Analisi e gestione dei rischi più efficace, con un approccio più orientato alle simulazioni, con tecnologie di Asset & Liability Management (ALM). La “ricetta” per gestire con più efficacia i nuovi rischi preesistenti, quelli “tipici” dell’economia (inflazione, aumento dei tassi, costo della vita).
Ogni anno il World Economic Forum rilascia il Global Risks Report che esplora alcuni dei rischi più gravi che potremmo affrontare nel prossimo decennio. Quello di quest’anno mette in risalto una serie di rischi che sembrano completamente nuovi ma, al tempo stesso, stranamente “familiari”. Si tratta di “nuovi” rischi preesistenti: ci troviamo in un’era di bassa crescita e bassa cooperazione che rischiano di erodere le azioni per contrastare la crisi climatica, per favorire lo sviluppo umano e rafforzare la resilienza (anche delle imprese).
I rischi potenziali identificati nel report di quest’anno hanno un significativo impatto su scala globale e includono:
- la crisi dell'approvvigionamento energetico,
- la crisi del costo della vita,
- l’aumento dell'inflazione,
- la crisi dell'approvvigionamento alimentare.
Da questo elenco si comprende bene l’ossimoro dei rischi nuovi e rischi familiari. “Stiamo vivendo una rinascita di rischi preesistenti”, si legge nel report del WEF. “Trovo molto interessante analizzare ogni anno il report con le edizioni precedenti”, ci fa sapere Giada Scalpelli, Customer Advisory Risk Management di SAS. “I rischi elencati quest’anno, anche se suonano così familiari, nei radar degli ultimi tre anni non erano elencati. Gli impatti e i rischi legati alla crisi climatica, per esempio, avevano avuto un ‘posto significativo’ tra i rischi monitorati prima della pandemia globale, per poi ‘lasciare il posto’ a rischi di altra natura. Quest'anno c'è stato un vero e proprio shift, quindi un ritorno a quei ‘rischi classici dell'economia’, come l’aumento dell’inflazione, l’innalzamento dei tassi di interesse, la crescita del costo della vita”.
Insomma, rischi nuovi se guardiamo ai report degli ultimi tre anni, rischi “classici”, ben noti, con i quali non si facevano i conti da un po’ di tempo ma che le recenti vicende di cronaca e attualità ci hanno ricordato essere ben presenti (per esempio il fallimento della Silicon Valley Bank – SVB, prima banca americana a fallire dal 2020 e la più grande dalla crisi finanziaria del 2008).
“Adesso, più che in precedenza, serve un monitoraggio costante di questi rischi, una loro gestione efficace, in ottica simulativa”, spiega Scalpelli. "Il fatto che eventi come quelli della recente cronaca possano accadere dovrebbe fare da monito: i rischi mitigati in passato non si possono sottovalutare, bisogna gestirli e mitigarli in ottica nuova, non solo dal punto di vista regolamentare ma anche in ottica simulativa, come peraltro suggerito dalle Banche Centrali".