Innovation sparks
Obiettivo Zero emissioni: l’esperienza di Intesa Sanpaolo
Un progetto ambizioso e innovativo che dimostra l’impegno e l’attenzione della banca nel creare un mondo più sostenibile, in linea con l’obiettivo net zero del 2050
Intervista a Luca Tomasetto, Area Chief Sustainability Office – Responsabile ESG Metrics & Targets, Intesa Sanpaolo
Tempo di lettura: 5 min
Il raggiungimento dell'obiettivo net zero entro il 2050 rappresenta una sfida cruciale per le istituzioni finanziarie, chiamate a svolgere un ruolo centrale nella transizione verso un'economia sostenibile. Le banche, infatti, sono in prima linea nel finanziare progetti green e nell'orientare i flussi di capitale verso settori a basse emissioni di carbonio. Questo impegno è essenziale per mitigare i rischi climatici e per garantire una crescita economica compatibile con gli obiettivi globali di sostenibilità.
Ce ne parla Luca Tomasetto, Area Chief Sustainability Office – Responsabile ESG Metrics & Targets – Intesa Sanpaolo
Dopo aver costruito in SAS una base dati gestionale di riferimento per l'ESG, la soluzione SAS Climate Risk Stress Testing ci è sembrata la più veloce e adatta per rendere accessibili i nuovi dati, monitorare tutte le dimensioni in un'unica piattaforma, analizzare in dettaglio le determinanti e valutare nuovi scenari e azioni alternative per definire e monitorare i piani di transizione orientati al Net Zero. Luca Tomasetto Area Chief Sustainability Office – Responsabile ESG Metrics & Targets Intesa Sanpaolo
Qual è la strategia di Intesa Sanpaolo per raggiungere l'obiettivo Zero emissioni?
Intesa Sanpaolo è stata tra le prime banche ad aderire alle associazioni Net-Zero Banking Alliance e SBTI, impegnandosi a comunicare target di emissioni sui nostri portafogli coerenti con le metodologie richieste da questo tipo di organizzazioni e associazioni. Oltre a questi commitment pubblici, abbiamo associato un processo interno di condivisione e di monitoraggio; come ESG steering, siamo chiamati a continuare questo percorso di engagement sui nuovi settori e verificare nel tempo e in modo dinamico il raggiungimento dei target comunicati agli stakeholders.
Come SAS sta supportando Intesa Sanpaolo nel creare un approccio più sostenibile e nel ridurre le emissioni del vostro portafoglio? Che ruolo hanno stress test e simulazioni?
In ambiente SAS abbiamo costruito in modo molto rapido la prima base dati di riferimento gestionale ESG. Grazie infatti agli strumenti SAS siamo riusciti a elaborare i dati in modo agevole e a creare delle viste dedicate, incrociando quelle informazioni che non erano presenti in banca, come quelle provenienti dagli infoprovider e le identificazioni dei prodotti sostenibili. La soluzione SAS Climate Risk Stress Testing ci è sembrata immediatamente la soluzione più adatta proprio per rendere fruibile questo nuovo set di informazioni.
Inoltre, ci ha consentito di monitorare in un unico luogo tutte queste dimensioni, sintetizzarle e indagarne le determinanti fino ad un livello molto granulare; un approccio che ci ha consentito di valutare scenari e azioni alternative, impostando i transition plan e verificando nel tempo la fattibilità delle promesse fatte al mercato.
Grazie a queste analisi, siamo riusciti a ipotizzare azioni correttive di steering e a simulare l'ingresso di nuovi clienti o variazioni di esposizione, valutando l'impatto sulla physical intensity dei portafogli di riferimento. In questo modo, abbiamo potuto delineare chiaramente il giusto equilibrio tra rischi e benefici delle singole azioni, che vengono poi implementate dal management.
Come la collaborazione interdipartimentale può aiutare a disegnare una strategia più efficace?
Le metodologie che vengono applicate a questi comparti di target setting prendono in considerazione le esposizioni, le intensità emissive dei clienti, creano delle proiezioni su scenari e curve predefinite. In ultima analisi, però, è Il business che gestisce in modo dinamico il portafoglio e si muove commercialmente.
Dal punto di vista gestionale, è fondamentale poter identificare gli impatti di questi movimenti commerciali, sia ex post che, preferibilmente, ex ante, per poter valutare attraverso il forecast il raggiungimento del target, che rappresenta il nostro principale obiettivo. Inoltre, è cruciale considerare l'impatto di tale raggiungimento su tutte le dimensioni, inclusi ricavi e risultati economici.
Condividendo queste informazioni con il business, si crea una sinergia che rende la governance più consapevole dell'operatività che il business stesso deve gestire, con i vincoli che ciò comporta. A sua volta, il business dispone di riferimenti più chiari sulle linee guida fornite dalla governance, consentendo valutazioni condivise sia sui rischi che, soprattutto, sulle opportunità.
Come evolverà nei prossimi anni l’integrazione tra rischio e strategie climatiche e come la tecnologia potrà supportare questa evoluzione?
La tecnologia sarà decisiva per facilitare l'integrazione tra rischio e strategie, come stiamo già iniziando a fare in banca. Strumenti come l'intelligenza artificiale e i sensori IoT miglioreranno sicuramente il recupero delle informazioni, che attualmente risulta molto oneroso, e ottimizzeranno la modellistica dei rischi. Questo consentirà alle banche di concentrarsi in modo più efficace su strategie e iniziative mirate, contribuendo a rendere la finanza sostenibile più efficace ed efficiente.
Guarda la video intervista a Luca Tomasetto
25 settembre 2024
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