E quando i dati ci dicono che il consumatore non “si sente al centro”?
Questa, che può essere spesso interpretata come una frase fatta, un proclama di facciata, sarà invece secondo me il discrimine tra le aziende di successo e quelle che non lo saranno. Le aziende di successo metteranno il consumatore al centro anche quando la convenienza nel breve periodo sarebbe quella di ignorare o minimizzare il suo feedback qualitativo e quantitativo. A volte gli investimenti in questo campo non hanno un ritorno nel breve periodo, ma la soddisfazione del consumatore rappresenta sempre e comunque un asset nel lungo periodo. Le aziende veramente customer centriche fanno scommesse anche importanti, puntando sulla soddisfazione del cliente.
Torniamo quindi al commitment. Il marketing deve avere ampiezza di perimetro e investitura strategica per essere d’impatto.
Una domanda finale: come si inserisce il tema privacy all’interno della customer centricity? Io la chiamo privacy-phrenia: il consumatore che vuole la personalizzazione ma non vuole darci i dati. Cosa ne pensi?
Siamo in un ambito davvero complicato, anche sul fronte normativo, in un contesto che negli anni ha portato a rilevanti livelli di sfiducia da parte del consumatore. Il bombardamento generico è fastidioso e dannoso per il brand.
Il consumatore è disposto a dare i dati se – in cambio – ottiene un vantaggio: di personalizzazione, di prezzo, di proattività, di capacità di essere veloci. È lo scambio dati verso l'utilità per il cliente, la giusta strada che dobbiamo percorrere, e su cui stiamo cercando di sensibilizzare anche la rete fisica, con la quale dobbiamo costruire sempre di più una partnership per capire cosa davvero conta per loro e per i clienti e cercare di fornirlo.
Lasciaci con un flash programmatico per i marketer
Dobbiamo ripensare tutto il sistema di marketing ricalcandolo sul journey dell’utente. Un call center può essere fastidioso o salvifico. Dobbiamo capire come aiutare le persone ad avere un servizio efficace ed efficiente e – dato che parliamo di un business complesso – anche una consulenza adeguata. E poi, ottenuta la loro soddisfazione e la fiducia, potremo affinare le nostre comunicazioni e offerte one-to-one, facendo da “apripista” alla nostra Rete e traendone un’accoglienza sicuramente diversa e migliore.