Circa 850 dipendenti nel mondo, due stabilimenti produttivi (uno in Italia e uno in Canada), presenza in oltre 100 Paesi per la distribuzione dei prodotti. È questa, in numeri, Corcym, nuova azienda globale, indipendente (sorta da un carve-out, ossia da uno spin-off aziendale), che si occupa di Ricerca e Sviluppo, Produzione e Distribuzione di dispositivi medici cardiaci (per le funzionalità strutturali del cuore).
Saverio Nucci, attuale CIO di Gruppo di Corcym, conosce molto bene la “nuova” azienda, dato che ha ricoperto diversi ruoli IT quando il business delle valvole cardiache era integrato all’interno di Sorin/LivaNova (il Gruppo aziendale da cui è stato poi effettuato il carve-out). Tuttavia, la sfida che ha dovuto affrontare non è stata affatto banale, dato che ha dovuto gestire la vera e propria “costruzione” dell’IT della nuova realtà, occupandosi quindi del carve-out dell’IT.
«Anche se siamo meno di mille dipendenti nel mondo, la nostra è una realtà molto complessa. Non solo perché operiamo in un settore fortemente regolamentato ma perché ci occupiamo di dispositivi salvavita», esordisce Nucci, al quale abbiamo chiesto di raccontare la sua esperienza.
Cosa significa, oggi, dover pensare da zero (o quasi) come strutturate un sistema IT a supporto di una azienda come la vostra?
La nostra è una realtà media in termini di dimensioni, ma gestiamo una complessità paragonabile a quella dei colossi internazionali. Devo dire che le tecnologie odierne permettono di fare grandi cose. Dal cloud alle soluzioni software-defined passando per gli analytics e la cybersecurity (per noi tassello importantissimo per i dati che trattiamo), siamo riusciti non solo a “mettere in piedi” in tempi estremamente rapidi un'organizzazione e una struttura tecnologica completa, ma anche a ottenere performance, affidabilità, stabilità, scalabilità e sicurezza ottimali.
In passato, anche abbastanza recente, un risultato simile sarebbe stato impensabile per una realtà come la nostra. L’impegno in termini di risorse (economiche, di tempo e di competenze) sarebbe stato troppo elevato.
Un anno e mezzo fa quando, insieme al mio team, ho iniziato a disegnare i sistemi IT, sia dal punto di vista applicativo, sia da quello infrastrutturale, ed è stato chiaro fin da subito che saremmo stata una realtà cloud-first.
In questa strategia cloud-first come si inseriscono gli analytics? Per cosa li utilizzate?
Naturalmente, gli analytics rappresentano il cuore pulsante dell’area Finance perché gli obiettivi strategici del business mirano alla crescita. Ci permettono di controllare le performance, comprendere preventivamente eventuali problemi e “aggredirli” per tempo, analizzare e mitigare i rischi, definire strategie di scalabilità ed espansione.
Abbiamo poi un focus specifico sugli studi clinici. In questa specifica area gli Analytics di SAS hanno un ruolo strategico perché, di fatto, gli studi clinici rappresentano un elemento chiave che ci permette di essere sul mercato.