Innovation sparks
EvoCo, un progetto di Data Democracy che passa da un unico ambiente per gli Analytics e il Self-Report Design
Dal nuovo datawarehouse per il Controllo di Gestione al Reporting EvoCo per avere un’unica fonte dati, certificata, ed un unico ambiente per gestire sia le funzionalità di Analytics sia la costruzione e la pubblicazione della reportistica, con un obiettivo: dare al Business la possibilità di operare in autonomia nella definizione e creazione di nuova reportistica e nella navigazione del dato
Intervista a Raffaele Liotti, Referente per l’Ufficio Elaborazioni Controllo di Gestione di BPER Banca
Tempo di lettura: 5 min
Riuscire a dare un senso alla marea di dati di cui dispone un istituto bancario è sicuramente una grande sfida e poter elaborare report e dashboard evolute e dinamiche è un elemento determinante per prendere decisioni certe e affidabili. Nasce da questa esigenza, e al contempo obiettivo, il percorso verso la Data Democracy di BPER Banca iniziato con il rinnovamento e lo sviluppo di un datawarehouse unico e il progetto EvoCo, acronimo scelto per evidenziare l’evoluzione del Controllo di Gestione. Ce ne parla Raffaele Liotti, Referente per l’Ufficio Elaborazioni Controllo di Gestione di BPER Banca.
Da dove nasce il progetto EvoCo e a quali esigenze risponde?
Tutto è partito dalla volontà di definire un nuovo e unico datawarehouse per il controllo di gestione, soprattutto a seguito dell’integrazione tra BPER Banca e l’acquisita Banca Carige. La nostra divisione si occupa di numerosissime analisi, rilevazioni giornaliere, reportistica periodica (spesso anche in real-time in base alle necessità del business) che vanno a supportare le attività delle linee di business e del top management – di fatto i nostri clienti interni – comprese quelle afferenti alla pianificazione, alla strategia di business ed ai processi decisionali.
Era di vitale importanza quindi avere un'unica fonte dati che “certificasse” la qualità, la validità, la coerenza dei dati, perché da essa dipende poi tutto il resto.
Lato reporting, inoltre, era emersa da parte del business l’esigenza di operare in autonomia nella definizione e creazione di nuova reportistica e una certa flessibilità nella navigazione del dato. Una esigenza/obiettivo che può essere soddisfatta solo su fondamenta molto solide. Se il datawarehouse è uno dei pilastri di queste fondamenta, l’altro è la disponibilità nativa che integra sia le funzionalità di Data Preparation e Analytics, sia le funzionalità di Self-Report Design.
Elaborare report e dashboard evolute e dinamiche è un elemento determinante per prendere decisioni certe e affidabili. Raffaele Liotti Referente per l’Ufficio Elaborazioni Controllo di Gestione
BPER Banca
Che ruolo gioca la tecnologia e, in particolare, SAS Viya, nella realizzazione del progetto EvoCo?
L’evoluzione del Controllo di Gestione è stata possibile attraverso l’adozione di strumenti fortemente integrati a valle. L’esigenza era avere una piattaforma unica sia per poter lavorare efficacemente “dietro le quinte”, sull’ETL (Extract/Transform/Load), la Data Preparation e la Data Quality, nonché la creazione dei modelli analitici e la loro governance, sia per poter svolgere analisi variegate sui dati e produrre la necessaria reportistica. Su quest’ultimo aspetto, come accennato, c’era anche l’esigenza per gli utenti di business di poter avere una certa autonomia operativa nella costruzione e pubblicazione della reportistica necessaria.
Dal punto di vista tecnico, quindi, abbiamo integrato una versione di SAS on-prem per la Data Preparation e la creazione dei modelli, e SAS Viya per la produzione e pubblicazione dei report. Una scelta importante che ci ha permesso di ridurre gli ambienti di reporting (prima erano tre, Data Lab, Data Self-Service, Reporting Istituzionale) facendo confluire tutto in un’unica piattaforma.
L’avere un datawarehouse a valle ed un unico ambiente integrato per analisi e reportistica ci permette di avere un maggior controllo sui dati stessi: oggi sappiamo che i dati pubblicati sono robusti e certificati e, soprattutto, validi per tutti gli utenti che li devono usare, senza errori o incongruenze.
Chi sono e quanti sono i principali utenti/destinatari del progetto EvoCo e qual è l’obiettivo che vorreste raggiungere?
Tendenzialmente tutta la popolazione degli utenti bancari, direi. Circa 6000 utenti delle linee di business e della rete territoriale, più 1.500 utenti delle strutture centrali. Ad occuparci della costruzione delle analisi lavorando direttamente su SAS, invece, siamo meno di una decina (ma con un supporto diretto e prezioso dei professionisti di SAS stessa, in questo momento anche per la parte di Security e gestione degli accessi e dei privilegi).
Nell’ottica di rilasciare gradualmente ai dipartimenti la produzione autonoma della reportistica, infatti, stiamo procedendo con l’aiuto di SAS alla messa a punto di un sistema di riconoscimento delle identità e gestione dei privilegi di accesso con single sign-on per rendere l’experience leggera e senza esplicita autenticazione degli utenti.
L’obiettivo è gettare tutte le basi necessarie per rendere agili e flessibili i processi e i tempi di rilascio della reportistica, con una maggiore reattività di fronte alle richieste e alle esigenze specifiche che arrivano dalle linee di business.
Come pensa cambierà la produttività degli utenti grazie al progetto EvoCo?
È già cambiata! Ogni utente che opera in ambiente SAS è oggi autonomo e rapido nell’analisi dei dati e nella produzione dei report. Al contempo, ogni utente che accede ai dati e ai report sa di poter cercare quello di cui ha bisogno senza incorrere in possibili errori.
La disponibilità di un processo di reporting strutturato rappresenta per noi non solo un unico punto di accesso al dato, ma un più ampio strumento di informazione e “data culture” che consente di essere costantemente informati e lavorare in autonomia.
La reportistica, infatti, verrà messa a disposizione anche in una logica di vero market place, con un portale di accesso (con gestione di identità e controllo dei privilegi e degli accessi, come accennato) all’interno del quale ciascun utente potrà navigare, cercare, prendere e utilizzare i dati e i report che gli servono.
In base alla sua esperienza, quali sono i tre takeaway che vorrebbe condividere?
Sono racchiusi in tre semplici parole: capillarità, granularità, tempestività.
La data culture e la data democracy si costruiscono su solide basi tecnologiche e di processo, e su una attenta data governance. Bisogna costruire (e al contempo gestire e far evolvere) le fondamenta necessarie per reggere processi e sistemi che consentano di rendere i dati accessibili e fruibili dove serve e a chi serve (capillarità), con diversi livelli di dettaglio (granularità) e nei tempi corretti, quando serve (tempestività).
21 marzo 2024
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