Innovation sparks
Risk Management come leva di innovazione e crescita del business. Il caso BCC ICCREA
Intervista a Fabrizio Iannarelli, Chief Risk Officer Gruppo BCC ICCREA
Tempo di lettura: 5 min
L'analisi del rischio all'interno dell'attività bancaria è diventata una componente fondamentale, indispensabile nella fase valutativa che precede il processo decisionale, nel senso che nessuna decisione viene presa senza una attenta valutazione dei rischi, oggi sempre più supportata, coadiuvata e abilitata dalle tecnologie. A parlarne è Fabrizio Iannarelli, Chief Risk Officer Gruppo BCC ICCREA.
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Per fare analisi e previsioni in un contesto complesso come quello attuale servono il talento dei professionisti di risk management e data science, la capacità di gestire il dato e di governarlo, la capacità degli Analytics di trasformare il dato in informazione attraverso algoritmi e modelli e, infine, l’abilità di poter indirizzare modelli, informazioni, insight all'interno di un percorso di sostegno vero ed efficace alle decisioni di business. Fabrizio Iannarelli Chief Risk Officer Gruppo BCC ICCREA
Il settore bancario-finanziario per sua natura è fortemente regolamentato e spesso l’innovazione nell’ambito della gestione del rischio è spinta da esigenze normative e di vigilanza. Come si può fare “il salto”, cioè passare dal risk management come strumento di compliance a leva di evoluzione del business?
Non vi è dubbio che il volano della regolamentazione prudenziale sia stato un elemento importante dello sviluppo e dell’evoluzione del risk management. Così come è piuttosto evidente che molte delle attività di analisi del rischio in banca sono svolte per rispondere alle richieste delle autorità di vigilanza, ormai frutto di una regolamentazione molto sviluppata.
Ma c'è anche da dire che oggi, l'analisi del rischio all'interno dell'attività bancaria è diventata una componente fondamentale, indispensabile, nella fase valutativa che precede il processo decisionale. In quest’ottica, l’analisi del rischio “prende forma” sulla base di tre differenti pilastri, che ne determinano anche “il successo”:
- l'accuratezza e la robustezza dell'analisi;
- la tempestività del risultato dell’analisi;
- la chiarezza e la fruibilità degli insights che emergono.
Se è innegabile il ruolo del professionista nel rendere chiara e fruibile l’informazione a supporto del processo decisionale, è altrettanto determinante il ruolo della tecnologia per gli aspetti di accuratezza, robustezza e tempestività. Per noi, infatti, la tecnologia ha avuto un ruolo determinante per fare “il salto”, ossia per portare il risk management ad attività fondamentali per la crescita del business.
La componente regulatory-driven naturalmente rimane - non dobbiamo dimenticare che è un fattore indispensabile per il funzionamento stesso di un'azienda bancaria - ma al contempo l'analisi del rischio e la capacità di elaborare informazioni in tempi rapidi diventano motori di innovazione ben più ampi che vanno oltre la compliance.
Che tipo di impatti ha una visione del risk management quale leva di innovazione e crescita del business?
Per me c'è sempre stata una sola interpretazione del ruolo del risk officer all'interno dell'attività bancaria: la sua essenzialità è all'interno del processo decisionale.
Il risk management può - anzi deve, a mio avviso - supportare le decisioni di business in tre differenti modalità:
- fornire un'informazione e una valutazione per indirizzare una decisione
- portare all’attenzione dei decisori una determinata tematica
- limitare l'assunzione di una decisione o i termini di assunzione di quella decisione
Nel giocare questo ruolo, che poggia le sue fondamenta sull’output dell’analisi del rischio, l'accuratezza e la robustezza dell'informazione, nonché la tempestività nel fornire la conoscenza corretta al momento opportuno (per il processo decisionale e la decisione stessa), sono di vitale importanza per lo sviluppo del business. Uno sviluppo che non si può innescare senza la scelta delle corrette tecnologie.
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Le soluzioni tecnologiche disponibili oggi consentono ai risk officer di conoscere in modo più accurato il sistema nervoso della banca, sia che si tratti di redditività, sia che si tratti di rischi. Quanto va a incidere questa conoscenza sulla capacità di un istituto di rispondere a un contesto economico e finanziario che è sempre più instabile e incerto?
I fattori di successo dell'analisi del rischio sono quelli che poggiano sulle due componenti “analisi del dato” e “modelli”, necessariamente supportate dalla tecnologia, che innervano e integrano il processo decisionale, oggi ancor più critico proprio a causa del contesto economico di instabilità e incertezza.
La componente “forward looking” dell'analisi del rischio, che poi diventa fondamentale proprio per il processo decisionale e la previsione strategica, è molto sotto pressione in questo momento, perché i mutamenti di scenario, le discontinuità di ampia portata come quelle che abbiamo vissuto negli ultimi quattro anni, hanno indotto una complessità enorme nello sviluppo di quelle analisi atte a supportare e a indirizzare la gestione dell’attività bancaria.
Basti pensare ai macro-eventi della Pandemia e delle Guerre, al loro impatto sul tessuto economico e a ciò che questo comporta nella lettura bancaria del deterioramento prospettico della qualità del credito, ma anche la discontinuità registrata sul versante finanziario legata alla virata della politica monetaria e all’aumento dei tassi d’interesse
Quanto credito sviluppare e quale livello di asset quality perseguire ovvero attendersi? Che investimenti fare? Come gestire le possibili tensioni sulla raccolta dalla clientela e dal mercato? Come distribuire le risorse? Sono tutte domande che in un contesto così mutevole richiedono una capacità di analisi molto profonda e con tempi di esecuzione e risposta molto rapidi.
Alle funzioni di risk management oggi è chiesto di fare una serie di analisi complesse e tempestive, per capire come riposizionare determinate strategie che devono poi essere indirizzate sulla rete commerciale, sullo sviluppo delle strategie operative, sullo sviluppo delle strategie di prodotto, sullo sviluppo delle strategie finanziarie.
È chiaro che per fare questo tipo di analisi e per poter fare previsioni in un contesto come questo serve il talento dei professionisti di risk management e data science, la capacità di gestire il dato e di governarlo, la capacità degli analytics di trasformare il dato in informazione attraverso algoritmi e modelli e, infine, l’abilità di poter indirizzare modelli, informazioni, insight all'interno di un percorso di sostegno vero ed efficace alle decisioni di business.
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16 novembre 2023
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