Sono le ragazze ed i ragazzi nati dopo il 1997. La Generazione Z o “Gen Z” rappresenta una parte enorme della popolazione mondiale (le stime vanno dal 24% al 30%) e l’interesse per la tecnologia, tipica di questa generazione che sta crescendo in un ambiente “always on”, rappresenta una “campanella” che non può essere ignorata dalla società, dall’economia, dalla politica, dalle aziende e il mondo del business.
Anche perché la consapevolezza di queste ragazze e ragazzi circa le potenzialità delle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, è decisamente maggiore di quanto possiamo immaginare. Non si tratta semplicemente di ragazze e ragazzi che utilizzano dispositivi vari e tecnologie nel quotidiano, ma di persone che hanno ben chiaro “cosa poter chiedere” (e perché no, pretendere) alla tecnologia.
Le nuove esperienze tecnologiche, personalizzate, per loro sono qualcosa da “accogliere” nel quotidiano e sanno bene l’importanza dei dati per poter godere di esperienze personalizzate e sensibili al contesto.
I nativi dei dati
I nativi digitali (la generazione precedente, quella dei Millennials) utilizzano in modo naturale le app dei brand, come quella di Starbucks. Ma i nativi dei dati, così li ha definiti Monica Rogati nel 2014, chiedono di più: vogliono che l’app conosca le loro bevande preferite e capiscano quando suggerirne una.
La Gen Z si aspetta che il mondo che li circonda sia “intelligente” e che si adatti perfettamente a loro, ai loro gusti, alle loro esigenze o aspettative. La Generazione Z è la prima generazione di nativi dei dati, ma è anche la generazione più diversificata ed istruita che abbiamo mai visto. Un mix di ingredienti che rappresenta una rivoluzione, una potenza di cambiamento dell’intera società.
Chiunque abbia una figlia, un nipote, dei vicini di casa in età scolare può verificarlo abbastanza facilmente. La Generazione Z è informata sull’esistenza intelligenza artificiale e consapevole del fatto che è intorno al vivere quotidiano. Le ragazze ed i ragazzi se la ritrovano dentro i loro dispositivi, la vedono negli algoritmi di raccomandazione di TikTok, la usano con il traduttore di Google, ci parlano quando usano Alexa o altri smart speaker. E non importa se non ne comprendono a fondo il reale funzionamento tecnologico, a loro basta intuire che si tratta di forme di intelligenza che apprendono, anche dalle informazioni che loro stessi forniscono utilizzando i dispositivi, le app, i servizi digitali.
Una rivoluzione già in atto
Si tratta di una evoluzione che non possiamo ignorare. La Gen Z si diffonde nella società, la tecnologia anche. Ed entrambe crescono velocemente. Non si può dire altrettanto dell’education.
Basta vederlo nel comportamento stesso delle ragazze e dei ragazzi di questa nuova generazione: sanno che servono i dati e sanno cosa poter chiedere e pretendere dalla tecnologia. Ciò che raramente sanno è ciò che avviene “dietro le quinte”, ovvero come a partire dai dati si può addestrare una macchina affinché dia risposte o consigli “intelligenti”, affinché quel sistema faccia ciò che loro si aspettano che faccia.
Eppure, è proprio da questa loro consapevolezza delle potenzialità di dati e delle tecnologie che scaturiranno nuove idee, nuovi modelli di education, nuove opportunità di carriera, nuove professionalità.
Recentemente ho avuto la fortuna di poter interagire e confrontarmi sull’intelligenza artificiale con due gruppi molto folti di ragazze e ragazzi delle scuole medie e superiori. Un seminario che ho tenuto a una dozzina di classi della scuola media IC Matteotti-Pellico di Torino durante l’evento MattScience (“Trasformiamo la matematica in intelligenza artificiale”) e un bootcamp con cinquanta giovani di diverse scuole superiori milanesi organizzato con SAS durante una delle ultime edizioni della Milano Digital Week.
Tre le cose che mi hanno maggiormente colpito delle abilità delle ragazze e dei ragazzi di questa generazione:
- imparano ad una velocità per noi adulti impensabile;
- co-creano con una facilità per noi adulti inimmaginabile;
- proiettano le competenze appena acquisite su idee per noi adulti inarrivabili.