L’ASL 2 Savonese rende “appetibili” le tecnologie analitiche per il mondo sanitario

L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha imposto un’estrema velocità di reazione anche sul piano della riorganizzazione dei processi, accelerando il percorso di trasformazione digitale della sanità pubblica. Ne parliamo con Dario Padrone, Direttore Sistemi Informativi e Ingegneria Clinica di ASL 2 Savonese, il quale ha saputo portare gli Analytics ad un livello di utilizzo superiore. Al punto da immaginare, oggi, la possibilità di estenderne l’utilizzo in tutti i reparti e per tutti gli operatori sanitari, puntando a una sanità digitale che abbia al centro il paziente.

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia ha richiesto impegno e organizzazione del tutto nuovi. Quali sono stati gli aspetti più rilevanti che avete dovuto gestire dal punto di vista IT?

Ciò che è stato evidente fin da subito in questa situazione è stato il riconoscimento dell’importanza delle tecnologie e dei servizi erogati dalla nostra business unit e, in generale, dall’ICT e di avere quindi processi e organizzazioni il più possibile digitali. Abbiamo notato come i processi “tradizionali” (cartacee e manuali) siano stati in brevissimo tempo superati a favore di quelli digitalizzati.

L’aspetto più rilevante è certamente la velocità con la quale non solo abbiamo dovuto rivedere le procedure e i processi ma abbiamo anche ridefinito l’organizzazione. Si è andati verso la massima semplificazione e digitalizzazione anche di procedure complesse e lunghe che, nel settore pubblico, ancor di più nella sanità, erano ultra-consolidate.

L’impatto sull’IT è stato molto rilevante perché abbiamo dovuto garantire quella velocità di cambiamento e adattamento al nuovo contesto mettendo a disposizione tutti gli strumenti tecnologici e digitali necessari (facendo i dovuti investimenti, ove necessario, anche in questo caso in tempi molto rapidi), in alcuni casi anche “inventando quasi da zero” alcuni servizi come, per esempio, quelli per la collaboration, lo smart working e la gestione della medicina di territorio (compresa la telemedicina).

Per la gestione del piano vaccinale, come vi siete organizzati e quali sono gli aspetti più rilevanti cui avete dovuto dare risposta concreta con le tecnologie?

Abbiamo dovuto rivedere il sistema precedentemente in uso, che già utilizzavamo per la gestione delle vaccinazioni, ma che è stato necessariamente modificato, aggiornato e potenziato. Abbiamo quindi “messo in piedi” un sistema che consentisse di tenere sotto controllo sia gli aspetti organizzativi (gestione degli hub vaccinali, personale, forniture, distribuzione, ecc.), sia quelli più operativi. Il sistema è stato utilizzato inizialmente al nostro interno (in tutte le strutture e per il personale che rientrano all’interno della nostra ASL) ma è poi stato esteso anche sul territorio ed aperto anche a soggetti ed operatori che non rientrano nella nostra organizzazione, come i medici di base, le farmacie, altri soggetti privati.

Anche in questo caso la velocità di configurazione e messa a disposizione delle tecnologie, anche al di fuori della nostra organizzazione, è stata l’elemento di maggiore rilevanza. Le ricadute più importanti, per l’IT, le abbiamo poi avute sul piano della sicurezza e dell’assistenza.

Per la parte di analisi dei dati, in che modo la piattaforma di Analytics di SAS vi ha dato supporto e per che progetti pensate possa essere abilitante anche in futuro?

Il primo passo doveroso lo abbiamo compiuto aggiornando la soluzione SAS (che era già presente in azienda) poi abbiamo deciso di estenderla a un pubblico di utenti più ampio, inizialmente per la parte di controllo di gestione. Abbiamo infatti lavorato, in una prima fase pre-covid, per aiutare i colleghi ad avere report più dettagliati e personalizzati che consentissero loro di avere una fotografia più chiara e comprensibile in merito alla gestione dei costi.

Durante l’emergenza sanitaria abbiamo invece implementato diversi cruscotti per l’analisi dei dati a supporto della gestione della pandemia. Per esempio, per la sorveglianza sanitaria: il controllo dei tamponi, la catena dei DPI – dispositivi di protezione individuale - per controllare forniture, magazzini, distribuzione di mascherine, guanti, gel igienizzante, ecc., anche facendo simulazioni dei fabbisogni per intercettare prima eventuali carenze e gestire in modo più efficace gli acquisti.

Abbiamo poi sviluppato, anche in questo caso in tempi estremamente rapidi (pochi giorni) un cruscotto ad hoc per la gestione del piano vaccinale, utilizzato quotidianamente da una task force composta da una trentina di persone tra personale medico-sanitario e tecnici, anche IT. La cosa interessante è che non è solamente un cruscotto di monitoraggio (analisi e consultazione dati), ma si è trasformato in un vero e proprio strumento di gestione operativa e strategica, nonché di pianificazione e programmazione, utilizzabile in modo semplice anche tramite App, al punto che oggi gli utenti ci chiedono altre possibili estensioni ed altri cruscotti.

L’obiettivo è estendere la possibilità di utilizzare la piattaforma per fare analisi e reporting a tutti i reparti, ciascuno con le proprie esigenze in termini di KPI ed i propri obiettivi. La piattaforma di Analytics è già in grado di supportare non solo l’organizzazione amministrativa ma anche quella sanitaria; vorremo estendere l’utilizzo degli analytics e la possibilità di avere ciascuno il proprio report anche ai direttori di reparto, ai primari, al personale sanitario.

Guardando al futuro, in che modo si potranno capitalizzare le esperienze fatte per avviare progetti più innovativi?

Guardiamo con molto interesse alla sanità digitale, in particolare per la parte di sviluppo della cartella clinica elettronica. Apprendendo dall’esperienza fatta durante la pandemia e l’emergenza che abbiamo dovuto gestire, prendendo il meglio di ciò che abbiamo visto accadere e guardando con obiettività a ciò che invece ci è mancato, c’è una grande opportunità da cogliere nel ripensamento di organizzazione e processi in chiave digitale.

La capacità, in emergenza, di raggiungere in tempi rapidi anche il territorio, seppur tra varie carenze, è l’elemento che ci deve guidare verso un ripensamento della sanità, guidata dalle tecnologie e con il paziente/cittadino al centro (senza dividere il mondo “a silos”, medicina ospedaliera e medicina di territorio). Cartella clinica digitale e telemedicina i due pilastri più importanti sui quali iniziare questo percorso di trasformazione.

Anche in questo tipo di progetti la componente tecnologica per l’analisi avanzata dei dati rappresenta un pilastro fondamentale. A mio avviso, gli Analytics, nella loro veste di possibile strumento abilitante, sono un veicolo importantissimo di comunicazione e decisione (perché consentono di passare dai dati grezzi ad un patrimonio di informazioni utilizzabili).

Credo che questi strumenti, insieme a molti altri, possano rappresentare anche un elemento di disruption attraverso il quale togliere barriere ideologiche e culturali che ancora impediscono, o per lo meno rallentano, la trasformazione digitale della sanità pubblica. L’analisi dei dati e la rapidità con cui viene fatta, fornisce informazioni preziose e tempestive per passare da una organizzazione sanitaria forse non più adeguata ai bisogni di oggi ad una sanità e ad un’organizzazione davvero paziente-centrica oltre che più efficiente ed efficace.